IL CANTO DELLA TERRA VII EDIZIONE

Torna per la settima volta, nell’elegante cornice di Villa Bombrini a Genova Cornigliano, il festival “Il Canto della Terra”, organizzato dall’associazione culturale Coloriamo @ Musica e da Società per Cornigliano.

Non solo musica, ma anche impegno sociale e riflessione:
“Il Canto della Terra” – nato nel 2007, e che da sempre si svolge nel ponente genovese – si propone di dare uno sguardo al panorama attuale della grande musica d’autore internazionale non solo fine a sé stessa, ma che possa attirare l’attenzione del pubblico su temi di grande attualità che coinvolgono sempre più.
Il festival, nelle sue scorse edizioni, si è occupato di portare sul palcoscenico grandi temi come la memoria storica, la lotta alla mafia, il lavoro e la precarietà, la figura della donna, le leggende della tradizione così come erano raccontate prima dell’avvento dei mezzi di comunicazione di massa.
Una kermesse che – spegnendo quest’anno la settima candelina – sempre più si muove attorno al senso profondo del fare cultura, incarnando forti valori etici ed evidenziando la consapevolezza di una condizione sociologica in continua evoluzione.

L’EDIZIONE 2017

“Corde mon amour”

Un’ edizione all’insegna della musica d’autore italiana, domà scus, Milanese, supportata da ben 24 corde, quelle di due chitarre, un contrabbasso e un mandolino e la musica d’autore strumentale che si esprime su vibrazioni di corde di chitarra classica, 12 corde, baritona e contrabbasso.

11 Febbraio ore 21:00, ingresso gratuito
“Ilzendelswing”
Claudio Sanfilippo voce e chitarra, Massimo Gatti mandolino, Max De Bernardi chitarra, Icaro Gatti contrabbasso
claudio

In italiano sarebbe Lo Zen dello Swing, in milanese è Ilzendelswing, con la zeta da pronunciare come la “s” di rosa. Il mio nuovo album realizzato insieme a Massimo Gatti, che ha arrangiato i dodici brani. Il secondo in milanese, a dodici anni da “I paroll che fann volà”.
L’ispirazione è la ballata angloamericana, definirla in due parole è difficile: folk, swing, bluegrass, musica celtica, canzone d’autore, qualcosa del genere.
Il milanese, come tutte le lingue tradizionali, è duttile: ci sono meno parole (o sono meno quelle che conosciamo) ma quasi tutte suonano bene, e sono belle da cantare. Suoni un po’ fuori tempo, ma dei quali siamo parenti.
Ilzendelswing è il titolo dell’album e anche il nome della band. Insieme a me, chitarra acustica e voce, ci sono Massimo Gatti al mandolino e ai cori, Max De Bernardi alla chitarra e Icaro Gatti al contrabbasso.
Sono dodici canzoni, otto le ho scritte io e quattro rappresentano altrettanti omaggi, da “Man of constant sorrow”, tradizionale americano che diventa “Mì són vün”, a “Famous blue raincoat” di Leonard Cohen che in milanese si trasforma in “Impermeabil bleu”.
Ci sono diverse collaborazioni: Ellio Martina alla pedal-steel guitar, Veronica Sbergia in un arrangiamento vocale, Paolo Ercoli al dobro, Colm Murphy al fiddle, Sara Vescovi ai cori.
L’album è impreziosito dalle fotografie di Carlo Orsi.

25 marzo ore 21:00, ingresso gratuito
“Esperanto”

Frutto della collaborazione del compositore chitarrista Luca Falomi, con Daniele Pinceti (basso), Daniela Piras (fiati) e Loris Lombardo (percussioni). Musicisti di grande sensibilità, interessati alla ricerca sonora e compositiva e alle contaminazioni musicali, si esprimono con un linguaggio proprio della musica strumentale d’autore, nella quale idiomi diversi si incontrano entrando in una naturale sinergia.

Luca Falomi – classe 1984 – è un chitarrista e compositore. Scopre la sua lingua a sei anni, quando si ritrova davanti alla sua prima chitarra. Mentre si confronta con lo studio classico dello strumento inizia a sviluppare il suo linguaggio attraverso l’ascolto. Si ritrova ad attraversare in giovane età diverse possibilità musicali, sotto forma di album comprati regolarmente dal padre. Luca inizia così ad accogliere artisti come Egberto Gismonti, Ralph Towner, Al Di Meola, Paco de Lucia e John McLaughlin nella sua stanza.
Affascinato dalle declinazioni acustiche jazz e dalle capacità espressive di soluzioni ritmiche flamenco, brasiliane e latine si lascia educare anche da band come Mahavishnu Orchestra, Wether Report, Oregon, Return to Forever, Pat Metheny group.

Ascoltando e riproducendo le diverse articolazioni armoniche e melodiche, Luca inizia a “mettere in saccoccia” un raffinato apprezzamento di arrangiamenti elaborati. Nei sui anni liceali prosegue il suo percorso trasformando progressivamente l’ascolto in linguaggio. Passa pomeriggi interi a ripercorrere insieme alla chitarra svariati dischi jazz, iniziando a improvvisare e ad approfondire il rapporto con lo strumento. Le note iniziano a raggiungere una loro dimensione e Falomi si ritrova a comporre i suoi primi brani mentre continua a dedicarsi allo studio tecnico e armonico della sua confidente.

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