Il Canto della Terra La musica della memoria 2008

Un festival, tre date, che vogliono viaggiare attorno al senso profondo del fare musica, del riscoprire aspetti delle nostro passato radicati tuttavia nella contemporaneità, dell’incontrare i suoni come si incontrerebbero gli amici più cari.
La seconda edizione de Il canto della Terra prosegue il discorso intrapreso con il debutto dello scorso anno, interamente dedicato al canto femminile con il contributo di tre protagoniste nazionali delle stagioni recenti: Rita Botto, Lucilla Galeazzi e Roberta Alloisio. Canti e suoni popolari, ma anche e soprattutto impegno: valori sociali e consapevolezza di una condizione sociologica in continua evoluzione. Il canto della Terra è un evento che vuole interrogarsi e riflettere su tematiche di scottante attualità, ma al contempo incarna un’opportunità per dare visibilità a musicisti di provata caratura europea e internazionale, che troppo spesso rimangono fuori da quelle che sono le logiche di una società votata all’immagine consumistica.

18 Dicembre: MARCO PEREIRA & GABRIELE MIRABASSI – IntrodottI da Roberto Caristi

In un’epoca in cui la musica sembra perdere la propria identità come forma d’arte, in cui i suoni ci circondano, ma non in modo armonico, in cui sempre di più la musica sembra mutare “fisicamente” fino a diventare “liquida” ma allo stesso tempo inconsistente; in questi tempi di recessione artistica, avere la possibilità di ascoltare due musicisti veri è una speranza.
Musicisti capaci di fondere radici diverse (Brasile e Italia) in un contesto musicale che ha il suo punto d’origine nella cultura latino-american,a ma che è capace di creare nuovi territori, culture, suoni. Un incontro nato dalla terra, dal legno di una chitarra e di un clarinetto: un ritrovarsi che incarna a pieno titolo il valore della comunanza, in questo caso fra due grandi paesi geograficamente distanti.
Un viaggio che farà scoprire la vasta gamma di colori della musica brasiliana ma anche le atmosfere poetiche di uno strumento, il clarinetto, che ha saputo nei secoli essere protagonista di musica colta e di suoni folk, senza tuttavia perdere nulla della propria classicità. Anzi impreziosendosi ulteriormente, con le sonorità etniche.
Questo è il frutto dell’incontro di Marco Pereira e Gabriele Mirabassi. Due maestri impegnati in un repertorio di musiche originali (dello stesso Pereira), sia in riletture di grandi compositori quali: Pixinguinha, Radames Gnatalli, Baden Powell, Ary Barroso, Guinga, Egberto Gismonti, Hermeto Pascola.
Un percorso che è poesia in musica,suggestioni di terre lontane e sensazioni vicine, corde e ricordi, fiati e respiro.

pereiraMARCO PEREIRA
2008: Due tournée con Stefano Bollani, marzo e luglio.
Luglio 2006: registra “Brasil Essence” prodotto da Maxine Productions per Kind of Blue Records, con Marcio Bahia alla batteria, Natallino Neto al basso e con Paul Mc Candless come ospite ai fiati. Il 16 dello stesso mese è invitato ad Umbria Jazz, al Teatro Pavone, in trio con Mathieu Gramoli alla batteria e Natallino Neto al basso, in occasione dell’uscita del disco “Stella del mattino” pubblicato da Egea.
Nasce a Sao Paulo, Brasile, studia chitarra classica e teoria con il maestro uruguaiano Isaìas Sàvio, presso il Conservatorio Dramàtico e Musical di Sao Paulo. Nel … si trasferirà in Francia per cinque anni, dove riceverà il “Classical Guitar Master’s Degree” alla Université Musicale Internationale de Paris e presenterà una tesi sulla musica di Heitor Villa-Lobos al Dipartimento di Musicologia della Université de Paris-Sorbonne.
A Parigi riceverà una forte influenza jazzistica e anche della musica latino-americana, aspetti che caratterizzeranno in modo evidente il suo lavoro come compositore. Si esibisce in concerti in Germania, Francia, Svizzera, Danimarca e Stati Uniti. Sarà in tourneé con dieci concerti in Canada e si presenterà poi, con grande successo, al Festival Jazz di Parigi.
In Spagna è premiato a due importanti concorsi internazionali: “Concurso Andrés Segòvia” (Palma de Mallorca) e “Concurso Francisco Tàrrega” (Valencia).
Di ritorno in Brasile, si stabilirà a Brasilia su invito della UnB (Universidade de Brasilia), per tenere i corsi di Chitarra Superiore e Armonia Funzionale.
Incide due dischi per l’etichetta Som da Gente, di Sao Paulo: “Violao Popular Brasileiro Contemporaneo” e “Circulo das Cordas”, lavori che lo porteranno ad esibirsi alla Town Hall di New York, nel 1988.
Dal 1990, si sposterà a Rio de Janeiro, partecipando a quattro diverse edizioni del Free Jazz Festival: in una memorabile esibizione con il Trio D’Alma nel 1989, come solista nel 1991, a fianco di Wagner Tiso nel 1992 e con Edu Lobo nel 1996.
Incide con importanti artisti dello scenario musicale brasiliano: Zélia Duncan, Edu Lobo, Càssia Eller, Zé Renato, Gilberto Gil, Gal Costa, Wagner Tiso, Daniela Mercury, Zizi Possi, Rildo Hora, Paulinho da Viola, Tom Jobim, Milton Nascimento, Zé Nogueira, Toninho Carrasqueira, Leandro Braga, Virginia Rosa, Leila Pinheiro, Rosana, Fatima Guedes e Nelson Gonçalves e molti altri.
Nel 1993 riceverà il “Premio Sharp” come migliore arrangiatore di MPB (Musica Popular Brasileira) per il disco “Gal” della cantante Gal Costa.
Nel 1994, il “Premio Sharp” (categoria musica strumentale) come “Melhor Solista”, e il premio di “Melhor Disco Instrumental” dell’anno, con il lavoro “Bons Encontros” in duo con il pianista Cristòvao Bastos.
Nel 1995, lavora a tre albums: “Dança dos Quatro Ventos” per l’etichetta belga GHA, “Elegia” per l’etichetta olandese Channel Classics e “Brasil Musical” per l’etichetta Tom Brasil di Sao Paulo.
Nel 1995 e 1996, si esibisce al Festival “Brasil em Caracas”; in questo ultimo anno, in duo con il clarinettista Paulo Moura. Sempre nel 1996, con grande esito, sarà al fianco di Baden Powell e Vicente Amigo, al “XXème Carrefour Mondiale de la Guitare”, in Martinica. Nello stesso anno è Direttore Musicale dello spettacolo teatrale “Começaria Tudo Outra Vez – a història de Luiz Gonzaga Jr.”.
Nel 2000 con Ralph Towner, sarà in tourneé per gli Stati Uniti con il progetto “International Guitar Night”. Tourneé in replica nel gennaio 2003 in 14 città degli USA.
Nel 1999 per chitarra solo, incide “Valsas Brasileiras”, album acclamatissimo da pubblico e critica.
Nel 2001 registrerà “Luz das Cordas” in duo con il mandolinista Hamilton de Holanda.
Nel Marzo 2003 sarà per la prima volta in Italia, con nove concerti, aprendo il Veneto Jazz Festival (il 15/03).
A Novembre 2003 si presenterà con undici concerti a fianco di Hamilton De Holanda, da segnalare 15/11 all’Auditorium del Teatro Carlo Felice di Genova, 27/11 La Salumeria della musica- Milano, 28 e 29 Teatro Sociale di Bellinzona per la IV edizione del festival “Chitarre dal Mondo”.
Nel Maggio 2005 nuova tournée italiana: Ferrara Jazz, Sintesi Jazz-Perugia, Genova, Verona, Ravenna.
Attualmente sono in uscita due nuovi cd, uno di brani originali, il secondo una rivisitazione jazzistica di brani popolari e composizioni originali.

mirabassiGABRIELE MIRABASSI
Uno dei massimi virtuosi odierni del clarinetto a livello internazionale.
Dopo il diploma, conseguito col massimo dei voti e lode, la sua formazione musicale per i primi anni ha riguardato le tecniche esecutive peculiari della musica contemporanea. Parallelamente ha cominciato a lavorare professionalmente in ambito jazzistico, attività che, a partire dall’incisione di Coloriage (1991), in duo col fisarmonicista Richard Galliano, è diventata mano a mano sempre più consistente fino a diventare esclusiva. In duo con Stefano Battaglia incide Fiabe, con Sergio Assad Velho Retrato e firma Cambaluc, dove il quartetto di clarinetti namaste è affiancato da vari ospiti tra i quali lo stesso Galliano, Riccardo Tesi e il fratello Giovanni.
Nel 1996 vince il Concorso Top Jazz nella categoria “miglior nuovo talento”.
Nel 2000 a “Umbria Jazz” presenta insieme a Luciano Biondini, Michel Godard e Francesco D’Auria il progetto Lo Stortino che riceve consensi di critica e di pubblico sia in Italia che all’estero. Nel progetto si rileva una particolare attenzione alle variegate architetture compositive che attingono soprattutto alla tradizione popolare e alla musica colta europea, ponendo le basi per quella linea di ricerca che animerà gran parte dei lavori che seguiranno. Tra i dischi successivi si segnalano 1 a 0 (Egea), lavoro incentrato sullo choro brasiliano, Latakia Blend con Luciano Biondini e Michel Godard (Enja), Fuori le mura (Egea) in duo con Luciano Biondini e New Old Age, con John Taylor e Steve Swallow.
Ai primi di ottobre 2003 Gabriele Mirabassi e Guinga, straordinario chitarrista, compositore e cantante brasiliano, hanno inciso il loro primo disco in duo,”Graffiando vento”, presentato in occasione di Umbria Jazz Summer 2004 e definito nello stesso anno dalla Folha de Sao Paulo “migliore disco di musica strumentale brasiliana dell’anno”.
Le collaborazioni sono numerosissime, ed estremamente eterogenee sul piano degli stili e dei linguaggi, molte sono documentate discograficamente (Rabih Abou Khalil, Mina, John Cage, Ivano Fossati, Battista Lena, Riccardo Zegna, Enrico Pieranunzi, Roberto Gatto, Cristina Zavalloni, Trio madeira-brasil, Istituzione Sinfonica Abruzzese, Marco Paolini, Mario Brunello, Orchestra d’archi italiana), solo per citarne alcune.
Negli ultimi anni Mirabassi ha ampliato notevolmente il suo panorama di collaborazioni, sapendo allargarsi con coraggio ad altri ambiti di spettacolo: oltre alla, ormai stabile collaborazione con Gianmaria Testa, ricordiamo quella con lo scrittore Erri De Luca (insieme al quale ha dato vita allo spettacolo “Chisciotte e gli invincibili”), quella con la cantante Barbara Casini e Monica Demuru (in trio, hanno realizzato lo spettacolo/concerto, a metà tra musica e teatro, “Costruzione”, dedicato alla figura di Chico Buarque).
L’ultima fatica è “Canto di ebano”, uscito a MARZO 2008, nuovamente con la storica etichetta Egea, omaggio allo straordinario legno africano e alle appassionate mani (italiane) che lo trasformano in clarinetto.

 

20 Gennaio: PIPPO POLLINA – Introdotto da Nando Dalla Chiesa

pollinaPippo Pollina nasce a Palermo. La sua storia artistica inizia, sempre a Palermo, nel 1979, dove fonda un gruppo musicale e culturale, gli Agricantus, che segneranno una fase importantissima nella ricerca delle tradizioni musicali popolari sia della Sicilia e dell’Italia del Sud.
Gli Agricantus iniziano a dare concerti in Italia e all’estero; contemporaneamente, Pollina svolge un’intensa attività di divulgazione nelle scuole medie e superiori
Nel 1983 Pippo Pollina inizia a collaborare come giornalista al mensile I Siciliani, fondato e diretto dallo scrittore Giuseppe Fava; un’esperienza formativa decisiva, che si interromperà pochi mesi più tardi, quando Giuseppe Fava viene assassinato dalla mafia a Catania. Socialmente e politicamente assai impegnato, Pollina non si ritrova nel clima italiano degli anni ’80 e, nel 1985, abbandona gli studi e l’Italia e parte per una sorta di peregrinare senza meta in tutta Europa. È in Ungheria, nella ex DDR, in Inghilterra, in Francia, in Austria, in Olanda, passando per la Germania e per la Svizzera, fino alla Scandinavia. Per vivere fa letteralmente di tutto, arrivando a fare il musicista di strada e a esibirsi nei ristoranti; racconta le sue storie e ne raccoglie delle altre. Con la musica rompe letteralmente ogni barriera, ogni frontiera, ogni divisione di cultura e di lingua (si impadronisce tra l’altro assai presto della lingua tedesca). Notato casualmente da un celebre cantautore svizzero tedesco, Linard Bardill, viene da lui invitato, nel 1987, a partecipare a un progetto discografico in lingua romancia, intitolato I nu passaran (“Non passeranno”) e ad una tournée che tocca la Svizzera, il Belgio e la Germania.
Nel 1987 Pippo Pollina incide il suo primo album (Aspettando che sia mattino) in Svizzera, si stabilisce definitivamente nella Confederazione Elvetica. Inizia un’amicizia e una collaborazione con uno dei principali cantautori tedeschi, Konstantin Wecker, che frutta il quarto album, Le pietre di Montsegur (1993). È un enorme successo discografico nei paesi di lingua tedesca, che “adottano” Pollina come il rappresentante di un’italianità moderna e fuori da ogni schema e luogo comune. Nel 1995 Pollina incide Dodici lettere d’amore con la collaborazione del grande cantautore francese Georges Moustaki, che lo aiuta nella composizione del brano Leo, dedicato a uno dei massimi poeti in musica francese, Léo Ferré, scomparso da soli due anni (era morto il 14 luglio 1993 a Castellina in Chianti, presso Siena, dove si era stabilito da anni). Ne segue una lunga tournée che lo porta anche in Francia e in Egitto (dove suona, oltre che assieme a Moustaki e a Wecker, anche con José Feliciano e Angelo Branduardi)
Nel 1997 Pippo Pollina incide Il giorno del falco, album interamente dedicato al cantautore cileno Víctor Jara, imprigionato e ucciso nello Estadio Chile di Santiago pochi giorni dopo il golpe del generale Pinochet dell’11 settembre 1973. La canzone che dà il titolo all’album è considerata a ragione una delle più belle di Pollina, che nel testo include anche due celebri versi in spagnolo di una canzone di Jara: Yo no canto por cantar ni por tener buena voz, canto porque la guitarra tiene sentido y razón (“Io non canto per cantare ne perché ho una buona voce, canto perché la chitarra ha senso e ragione”).
Alla fine dello stesso anno, una casa editrice di Stoccarda, la Facteon, pubblica un volume completamente dedicato a Pippo Pollina, intitolato Camminando Camminando. La sua fama in Germania è veramente al culmine: il libro è scritto in forma di lunga intervista dal critico musicale dell’importante quotidiano zurighese Tages Anzeiger, Benedetto Vigne.
Nel 1998 Il giorno del falco esce finalmente anche in Italia; in seguito, durante la tournée invernale 1998/1999 nei paesi di lingua tedesca, Pollina si esibisce assieme al chitarrista argentino Pablo Miguez. La tournée estiva lo vede invece impegnato in Italia assieme al sassofonista statunitense Charlie Mariano.
Nel 1999, il sociologo e parlamentare Nando Dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa (ex prefetto di Palermo ucciso dalla mafia assieme alla moglie Emanuela Setti Carraro il 3 settembre 1982), pubblica un saggio in cui un capitolo intero è dedicato alla vicenda umana di Pippo Pollina.
Il settimo album di Pollina, Rossocuore, viene pubblicato nel settembre 1999 in contemporanea in Italia, Austria, Germania e Svizzera. Vi partecipano oltre 35 musicisti che vanno da alcuni membri della Filarmonica di Zurigo all’organista Hammond Matt Clifford (ex dei Rolling Stones). Assieme a lui cantano José Seves Sepúlveda degli Inti-Illimani (che interpreta assieme a Pollina un’emozionante versione de Il giorno del falco, soprattutto tenendo conto che Seves aveva vissuto direttamente gli avvenimenti cileni dell’11 settembre 1973 e che, assieme al suo gruppo, era vissuto in esilio per sedici anni in Italia), del conterraneo Franco Battiato e di Nada Malanima. Ne segue una tournée con 100 date e un videoclip, Finnegan’s Wake (dal titolo della celebre opera sperimentale di James Joyce), interpretato assieme a Battiato.
A metà del 2000 incide l’ottavo album Elementare Watson, nel quale sono presenti due brani registrati a Londra nei famosi studios di Abbey Road assieme alla London Simphony Orchestra. L’album non viene però distribuito in Italia. Realizza anche un videoclip assai trasmesso della canzone Weg vo Zuri (“Via da Zurigo” nel dialetto svizzero tedesco). Torna in Italia nel febbraio 2001 per una breve tournée (Roma, Verona). In estate è assieme agli Inti-Illimani per una tournée (da segnalare che il celebre gruppo esegue Il giorno del falco, in italiano, anche nelle tournées cilene e sudamericane). Pippo Pollina compie anche un’impegnativa traduzione adattando in italiano Amsterdam, uno dei capolavori di Jacques Brel.
Nel dicembre 2001 Pippo Pollina pubblica il suo nono album, il primo esclusivamente per l’Italia: si tratta di Versi per la libertà, che viene salutato dalla critica italiana e dalle riviste specializzate come un capolavoro; ne parlano anche il Corriere della Sera e il Messaggero, che cominciano a parlare di Pollina come grande erede della canzone d’autore italiana. Nel 2002 Pollina forma la Palermo Acoustic Band. Sempre nel 2002, Pollina improvvisa una tournée assieme al suo vecchio amico Linard Bardill, che riporta un inaspettato enorme successo tanto da convincere i due a pubblicare un album che significativamente si intitola Insieme, stampato in poche migliaia di copie che vanno esaurite in poche settimane.
Nel 2003 Pollina pubblica Racconti Brevi, contenente tra l’altro la bella versione (da molti giudicata impossibile) de La mémoire et la mer, lo sterminato testo di Léo Ferré (ma la versione cantata è assai più breve di quella poetica), per la quale Pollina rimane due mesi in Toscana lavorando a contatto con la compagna di Ferré che lo aiuta nel compito. Nell’album vi è anche un suggestivo brano in siciliano, intitolato Banneri (“Bandiere”). Su musiche assai evocative si impiantano testi assai intensi, segnati da un grande impegno civile.
Del 2004 è l’album antologico Camminando, allegato a una lunga monografia su Pollina della rivista Independent Music.
Nel 2005 esce Bar Casablanca, il primo album interamente italiano di Pippo Pollina. Un nuovo album di brani inediti registrati in presa diretta presso l’Auditorium di Storie di Note a Orvieto (Tr). Bar Casablanca è musica in viaggio e che viaggia sulle stesse ali del suo forte sentire. Musica che respira e trasuda sentimento. Disco crocevia e rosa dei venti. Precipitato di emozioni e di strane coincidenze, come spesso è accaduto nella vita avventurosa di Pippo Pollina.
Nel 2007 scrive una Orazione Civile per Ustica. Lo spettacolo in prima mondiale a Bologna viene registrata e pubblicata qualche mese dopo su cd dall’etichetta Storie di Note.

 

29 Gennaio: TÊTES DE BOIS – AVANTI POP! – Introdotti da Walter Fabiocchi

tetes de boisTêtes de Bois è un sestetto composto di voce, tromba, contrabbasso, piano e fisarmonica, chitarra, batteria e percussioni. Una storia fatta di amici e compagni di viaggio, di strade e svincoli, di luoghi impropri, di Berlino e di Parigi, di periferie, di concerti sulle scale mobili nei sotterranei dei metrò, di un camioncino Fiat 615 NI del 1956, di fabbriche abbandonate, di interventi estemporanei sui tram, nelle stazioni ferroviarie, ma anche di club, centri sociali, teatri e festival prestigiosi.
Per Têtes de Bois l’evoluzione della propria musica passa attraverso la ricerca di un’”altra” formula, fatta di parole e suoni catturati nei luoghi della quotidianità‚ di transito, assorbendo segnali, aprendosi alle sollecitazioni e alle inquietudini, mettendosi in gioco senza reti.

Têtes de Bois nascono nel 1992, esattamente il 15 febbraio con un concerto su un vecchio camioncino Fiat 615 NI del 1956, acquistato da un rigattiere e diventato palco ambulante, in Piazza Campo de’ Fiori, sotto la statua di Giordano Bruno. Suonavano e cantavano le canzoni di Ferré e Brassens, le poesie musicali di Baudelaire.
Da allora i Têtes de Bois hanno sostenuto circa cinquecento esibizioni: da quelle stradali ambulanti sul loro vecchio camion, ai club, dai festival come Arezzo Wave ‘95 e ‘03, al Festival di Recanati (‘94, ‘95, ‘97), al Premio Tenco ‘98 e ‘02, World Food Day Concert della Fao (‘97), Ferrara Buskers ‘96, Festival Léo Ferré (‘97, ‘99, ‘01, ‘02, ‘03), alle Feste Nazionali dell’Unità e di Liberazione, al Mantova Music Festival, ai principali teatri italiani. Hanno frequentato trasmissioni televisive e radiofoniche sulle principali emittenti nazionali, e tutto sempre con la loro musica, i loro suoni, le loro idee. Nel ‘94 “E anche se non fosse amore”, lavoro sostanzialmente costituito da interpretazioni dei grandi della canzone francese, seguito nel ‘97 da “Pezzi di ricambio”, primo disco di brani originali firmati dal gruppo. E, tempo dopo, rovistando fra i vicoli ed i sentimenti, l’incontro con un grande amore: Léo Ferré, un personaggio scomodo, anarchico, un poeta, uno straordinario musicista. Lo leggono, lo suonano, lo cantano in italiano. Un disco d’amore e di rivolta, “Ferré, l’amore e la rivolta”, senza compromessi che frutta al gruppo ben 18.000 copie vendute in Italia, 4.000 copie vendute in Francia, e la vittoria al Premio Tenco della Targa come Migliori interpreti nel 2002.
Nel 2004 è poi la volta di “Pace e Male”, un doppio intenso e poetico, sospeso tra impegno non retorico e leggerezza. Quattordici canzoni per il cd 1 e un unico viaggio di parole e suoni con l’autoradio nel mondo e nell’ispirazione della band per il cd 2.
Nel 2007 il quinto appuntamento discografico per il sestetto con l’uscita di “Avanti Pop” (Targa Tenco ’07), disco nato dalle assi dell’omonimo progetto che da un anno porta il gruppo sul vecchio camioncino in giro per l’Italia violata e riscattata del mondo del lavoro. Edito e prodotto in collaborazione con il Manifesto cd.

Un posto a parte meritano i progetti speciali dei Têtes de Bois, oltre che musicisti ideatori e coordinatori di eventi: i concerti muti allo zoo nella vasca delle otarie (‘99), con cuffie stereo per gli spettatori, concerti sulle biciclette, concerti estemporanei sulle scale mobili nelle stazioni metro di Roma (‘95), la settimana di eventi straordinari di “Sotto il Cielo di Roma e Berlino” (‘96, ‘97), realizzata con i Comuni di Roma e di Berlino nei tunnel delle metropolitane e nelle stazioni FS.
I Têtes de Bois dirigono dal 1997 “Stradarolo”, un Festival Internazionale di Musica Teatro Danza Arte su Strada, giunto nel 2007 alla sua decima edizione (con ogni anno circa trecento artisti provenienti da vari paesi europei con danza, musica, teatro, arti visive):
Sono ideatori di un evento speciale e suggestivo, “Ferrovia dell’Allume” (edizioni 2000 e 2002), performance artistiche lungo il tracciato di una ferrovia dimenticata e stazioni del primo ‘900 abbandonate. La prima edizione all’interno di Per Antiche Vie un progetto nazionale curato nel Lazio dal Teatro di Roma e la seconda con un progetto speciale dal tramonto all’alba. Hanno fatto parte di Tuscania Teatro, Residenza artistica multidisciplinare, curando la direzione artistica dellla parte musicale. Inoltre sono tra i fondatori del Comitato Apollo 11 per la realizzazione di un cinema/laboratorio multietnico nel quartiere Esquilino di Roma, dal quale poi è nata l’Orchestra di Piazza Vittorio. Hanno allestito un numero unico nella rassegna Poesia per Musica al Teatro Filarmonico di Verona nella Sala Maffeiana, sui poeti maledetti francesi, con Arnoldo Foà.
Nel 2005 hanno ideato e diretto artisticamente il festival “All’incontrario va” a Frascati. Hanno ideato e dirigono il progetto “Avanti Pop” che è partito nel maggio 2006, viaggio tematico nell’Italia del lavoro a bordo del camion Fiat 615. Sono inoltre autori di colonne sonore per film, ultima delle quali realizzata per Fandango e trasmessa dal canale ARTE’ in tutta Europa (primavera 2000).
Hanno partecipato al progetto europeo Polymachina che coinvolge artisti, strutture e centri di produzione di vari paesi: Francia, Belgio, Olanda e Italia. Un progetto su suoni e sonorità provenienti dalle macchine, dagli ingranaggi, dai percorsi meccanici ed elettronici.
Hanno realizzato lo spettacolo teatral-musicale dei Têtes de Bois “Buongiorno Arturo” che ha debuttato al Teatro Valle di Roma in una rassegna organizzata dall’ETI (1999).

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